Grand Funk Railroad
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mi sto ascoltando un bel best of ci stò entrando dentro a manetta ...
per continuare (anzi x iniziare) cosa mi consigliate come album? e un bel live?
per continuare (anzi x iniziare) cosa mi consigliate come album? e un bel live?
Fruzzo
"You Can't Stop Rock 'N' Roll"
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Re: Grand Funk Railroad
Fruzzo ha scritto:mi sto ascoltando un bel best of ci stò entrando dentro a manetta ...
per continuare (anzi x iniziare) cosa mi consigliate come album? e un bel live?
a fruzzo ma chi è quella sul vostro sito?
o meglio di chi è?
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Il nostro motto è: SEGATURA!
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Lei danza in un cerchio di fuoco... e si sbarazza della sfida con una scrollata...
http://www.myspace.com/menestrello68
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Re: Grand Funk Railroad
Fruzzo ha scritto:mi sto ascoltando un bel best of ci stò entrando dentro a manetta ...
per continuare (anzi x iniziare) cosa mi consigliate come album? e un bel live?
i primi 5 ed entrambi i live album
"e quindi......abbeveratevi alla disinformazione di cui siete protagonisti....."
IL Cavaliere ( mascarato )
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Re: Grand Funk Railroad
SON_OF_ALERIK ha scritto:Fruzzo ha scritto:mi sto ascoltando un bel best of ci stò entrando dentro a manetta ...
per continuare (anzi x iniziare) cosa mi consigliate come album? e un bel live?
a fruzzo ma chi è quella sul vostro sito?
o meglio di chi è?
Purtroppo si vede che è un fotomontaggio...
Eh, dici niente, i Grand Funk Railroad... semplicemente uno dei più grandi gruppi Hard Rock di sempre, d'un importanza basilare per moltissime cose che sono arrivate dopo, e fra i più odiati dalla critica (quella che sarebbe poi diventata intelligentoide).
Ma andiamo con ordine. Verso la fine degli anni '60, c'è una serie di giovani musicisti che, avendo evidentemente le palle piene di "summer of love", "flower power" e lagnette psicadeliche annesse, comincia ad alzare il volume degli amplificatori, a picchiare come dannati sui loro strumenti, ad urlare testi crudi e diretti. Nasce in pratica l'Hard Rock, che spazza via le lagnette di cui sopra. Questo costerà loro l'eterna ostilità di tanta critica (ce l'hanno tutt'ora, sti stronzi) e il grande riscontro da parte del pubblico, a buona ragione. Se in Inghilterra nascono i gruppi più importanti e qualitativamente migliori, la più significativa risposta Statunitense prende il nome di Grand Funk Railroad. Nati a Flint nel Michigan nel '68 per opera di Mark Farner (chitarra/voce), Mel Shacher (basso) e Don Brewer (batteria/voce), sono guidati nei loro primi passi dal manager di Detroit (città con una scena musicale allora straordinaria) Terry Knight, che fin da subito gli consiglia di essere il più pesanti possibile dal vivo. E loro prontamente obbidiscono, fornendo prestazioni live dall'impatto devastante, con un sound grezzo ma potentissimo, basato ben più sul muro sonoro che sul virtuosismo dei singoli. La musica è fondamentalmente un Hard Blues stravolto ed appesantito, che però non perde mai di vista le linee melodiche vocali, che soprattutto nella sua forma live trova la dimensione ideale. La band comincia a sfornare ottimi dischi seguiti da lunghi tour (arriveranno anche in Italia), dal debutto On Time ('69), passando per dischi come Grand Funk, Closer to Home, il devastante Live Album, e poi Survival, E Pluribus Funk, fino ad arrivare ad un'aggiunta nella formazione: il tastierista Craig Frost. Il sound subisce un leggero relativo ammorbidimento che in ogni caso non influenza in alcun modo la qualità dei loro dischi, come testimoniano Phoenix, il capolavoro We're an American Band e Shinin' On; un certo calo d'ispirazione si può riscontrare nei sucessivi lavori: All The Girls in the Worl Beware, Born to Die, ma l'altro live Caught in the Act è ancora una bomba. Per il buon Good Singing Good Playng, del '76, si avvalgono della produzione nientemeno che di Frank Zappa, ma da li a poco si scioglieranno. Successivamente, dagli anni '80 in poi, si alterneranno varie reunion, non sempre con tutti i membri originali, che porteranno anche a qualche disco di alterna qualità. da segnalare infine il live postumo Live The 1971 Tour, uscito nel 2002, un vero pugno sullo stomaco.
Un gruppo eccezionale, che anticipa di una trentina d'anni tendenze musicali come lo Stoner, e che sarebbe ora che potesse avere il riscontro che merita anche da parte di certa critica. Che peraltro molto spesso osanna gruppi che non ci sarebbero neanche senza l'apporto di band come i Grand Funk, ma senza saperlo. La cosa divertente è che un fogliaccio intelligentoide come il Mucchio Selvaggio, in un mitico numero dove straparlava dei "peggiori dischi del Rock" includeva ovviamente, in mezzo a dischi in realtà splendidi ancora un LP dei nostri. La storia continua a ripetersi, ma in fin dei conti chissenefrega, non sanno cosa si perdono...
Ma andiamo con ordine. Verso la fine degli anni '60, c'è una serie di giovani musicisti che, avendo evidentemente le palle piene di "summer of love", "flower power" e lagnette psicadeliche annesse, comincia ad alzare il volume degli amplificatori, a picchiare come dannati sui loro strumenti, ad urlare testi crudi e diretti. Nasce in pratica l'Hard Rock, che spazza via le lagnette di cui sopra. Questo costerà loro l'eterna ostilità di tanta critica (ce l'hanno tutt'ora, sti stronzi) e il grande riscontro da parte del pubblico, a buona ragione. Se in Inghilterra nascono i gruppi più importanti e qualitativamente migliori, la più significativa risposta Statunitense prende il nome di Grand Funk Railroad. Nati a Flint nel Michigan nel '68 per opera di Mark Farner (chitarra/voce), Mel Shacher (basso) e Don Brewer (batteria/voce), sono guidati nei loro primi passi dal manager di Detroit (città con una scena musicale allora straordinaria) Terry Knight, che fin da subito gli consiglia di essere il più pesanti possibile dal vivo. E loro prontamente obbidiscono, fornendo prestazioni live dall'impatto devastante, con un sound grezzo ma potentissimo, basato ben più sul muro sonoro che sul virtuosismo dei singoli. La musica è fondamentalmente un Hard Blues stravolto ed appesantito, che però non perde mai di vista le linee melodiche vocali, che soprattutto nella sua forma live trova la dimensione ideale. La band comincia a sfornare ottimi dischi seguiti da lunghi tour (arriveranno anche in Italia), dal debutto On Time ('69), passando per dischi come Grand Funk, Closer to Home, il devastante Live Album, e poi Survival, E Pluribus Funk, fino ad arrivare ad un'aggiunta nella formazione: il tastierista Craig Frost. Il sound subisce un leggero relativo ammorbidimento che in ogni caso non influenza in alcun modo la qualità dei loro dischi, come testimoniano Phoenix, il capolavoro We're an American Band e Shinin' On; un certo calo d'ispirazione si può riscontrare nei sucessivi lavori: All The Girls in the Worl Beware, Born to Die, ma l'altro live Caught in the Act è ancora una bomba. Per il buon Good Singing Good Playng, del '76, si avvalgono della produzione nientemeno che di Frank Zappa, ma da li a poco si scioglieranno. Successivamente, dagli anni '80 in poi, si alterneranno varie reunion, non sempre con tutti i membri originali, che porteranno anche a qualche disco di alterna qualità. da segnalare infine il live postumo Live The 1971 Tour, uscito nel 2002, un vero pugno sullo stomaco.
Un gruppo eccezionale, che anticipa di una trentina d'anni tendenze musicali come lo Stoner, e che sarebbe ora che potesse avere il riscontro che merita anche da parte di certa critica. Che peraltro molto spesso osanna gruppi che non ci sarebbero neanche senza l'apporto di band come i Grand Funk, ma senza saperlo. La cosa divertente è che un fogliaccio intelligentoide come il Mucchio Selvaggio, in un mitico numero dove straparlava dei "peggiori dischi del Rock" includeva ovviamente, in mezzo a dischi in realtà splendidi ancora un LP dei nostri. La storia continua a ripetersi, ma in fin dei conti chissenefrega, non sanno cosa si perdono...
Re: Grand Funk Railroad
serra ha scritto:SON_OF_ALERIK ha scritto:Fruzzo ha scritto:mi sto ascoltando un bel best of ci stò entrando dentro a manetta ...
per continuare (anzi x iniziare) cosa mi consigliate come album? e un bel live?
a fruzzo ma chi è quella sul vostro sito?
o meglio di chi è?
Purtroppo si vede che è un fotomontaggio...
eheheheheh ma le chiappe son vere
Fruzzo
"You Can't Stop Rock 'N' Roll"
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Ottimi. E per quanto riguarda i lavori in studio direi Grand Funk, Survoivor, E Pluribus Funk, Closer To Home, We're an American Band.Fruzzo ha scritto:quindi i tre live:
Live Album
Live 71
Caught in the Act
sono tutti e tre ottimi?
In ogni caso, come dicevo sopra, un gruppo immenso, da riscoprire ed ascoltare.
COME ON EVERYBODY , WE GONNA HAVE A GOOD TIMEEEEEEEEEE
Grandissimi Grand Funk , il live del 75 poi è bellissimo
il video Live In Tokyo è in realta' un concerto registrato a Los Angeles, uscito solo in giappone mi pare in vhs e Laser Disc, come Rises Over japan della MK IV.
Grandissimi Grand Funk , il live del 75 poi è bellissimo
il video Live In Tokyo è in realta' un concerto registrato a Los Angeles, uscito solo in giappone mi pare in vhs e Laser Disc, come Rises Over japan della MK IV.
"FEELS SO GOOD TO BE SO BAD"
http://www.myspace.com/armand_n_ready
http://www.myspace.com/thespectrumband
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Ho avuto anni fà, il doppio dal vivo dei primi anni '70, ma non mi piaceva tanto. Va bene essere grezzi, ma lì esageravano un pò.
Preferisco i dischi che possiedo tutt'ora: We're an american band e Good singin' good playin'.
E comunque ...
http://www.grandfunkrailroad.com/station.htm
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"Un Rickenbacker è per sempre"
http://www.myspace.com/giuslanari
http://www.myspace.com/counterpunch.italia
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Ma stai scherzando? Quello è un capolavoro senza pari, un live vero, come non ce ne sono più. Il suono è grezzissimo, è vero, ma ha influenzato una miriade di bands e di generi anche attuali, e soprattutto, ha fatto vedere una possibilità: il fatto cioè che si potevano superare certi limiti, che qualcosa di nuovo alivello di musica e di approccio stava venendo fuori e finalmente si liberava. Il loro sound grezzo, diretto e potentissimo è statala risposta che il Rock'n'Roll nella sua essenza più cruda ed essenziale, ha dato a tanto buonismo flower power. E, pur in diverse forme, quel concetto è per fortuna ancora portato avanti da moltissimi gruppi. Segnale questo che se c'è qualcosa di valido e di cui ce n'era evidentemente bisogno, lascia i suoi frutti nel tempo. Chiaro, si poossono preferire cose anche diverse, ma innegabilmente dischi come il primo live dei Grand Funk sono un aspetto fondamentale del Rock che alla fine noi tutti amiamo.gius ha scritto:Ho avuto anni fà, il doppio dal vivo dei primi anni '70, ma non mi piaceva tanto. Va bene essere grezzi, ma lì esageravano un pò.
Preferisco i dischi che possiedo tutt'ora: We're an american band e Good singin' good playin'.
E comunque ...
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Ma stai scherzando? .... dischi come il primo live dei Grand Funk sono un aspetto fondamentale del Rock che alla fine noi tutti amiamo.
No, non scherzo è proprio quello che penso.
A livello di dischi live, preferisco Made in Japan/California Jam o The song remains the same.
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http://www.myspace.com/counterpunch.italia
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Beh, quelli da te citati sono dei live fondamentali di gruppi fuori da ogni discussione. E ci mancherebbe!gius ha scritto:No, non scherzo è proprio quello che penso.
A livello di dischi live, preferisco Made in Japan/California Jam o The song remains the same.
Quello che però mi preme sottolineare, è che il fatto che ci siano band con un sound ben più grezzo, non è certo un limite, anzi: per certi contesti musicali sono altrettanto fondamentali. Credo che in generale bisognerebbe abituarsi a valutare la grandezza d'un gruppo non tanto mettendolo sempre a confronto con i soliti altri (pur immensi) nomi, ma basandosi su altri criteri, quali personalità, influenza su chi è venuto dopo, grado di innovazione rispetto al periodo ecc. I Grand Funk queste carateristiche le hanno tutte, e nei live per certi aspetti le esaltano.
DanieleZ ha scritto:Beh, quelli da te citati sono dei live fondamentali di gruppi fuori da ogni discussione. E ci mancherebbe!gius ha scritto:No, non scherzo è proprio quello che penso.
A livello di dischi live, preferisco Made in Japan/California Jam o The song remains the same.
Quello che però mi preme sottolineare, è che il fatto che ci siano band con un sound ben più grezzo, non è certo un limite, anzi: per certi contesti musicali sono altrettanto fondamentali. Credo che in generale bisognerebbe abituarsi a valutare la grandezza d'un gruppo non tanto mettendolo sempre a confronto con i soliti altri (pur immensi) nomi, ma basandosi su altri criteri, quali personalità, influenza su chi è venuto dopo, grado di innovazione rispetto al periodo ecc. I Grand Funk queste carateristiche le hanno tutte, e nei live per certi aspetti le esaltano.
Ovvio che sono un grande ammiratore dei GFR, ma del loro periodo più "raffinato" (se mi si passa il termine).
Mark Farner possiede una delle voci più melodiche ed al contempo più negroidi del periodo (quando un certo Glenn Hughes era ancora era agli esordi), Don Brewer già per il fatto che canta mentre suona la batteria gli dovrebbero fare un monumento e il grande Mel Schacher, le cui linee di basso sono da manuale, rimane tra gli immortali per la frase (che ho letto in un vecchio servizio) "Quando tocco una corda del mio basso, voglio che i visceri di chi mi ascolta tremino".
Ok per i primi acerbi GFR, ma io li preferisco "maturi".
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DanieleZ ha scritto:Beh, quelli da te citati sono dei live fondamentali di gruppi fuori da ogni discussione. E ci mancherebbe!
Quello che però mi preme sottolineare, è che il fatto che ci siano band con un sound ben più grezzo, non è certo un limite, anzi: per certi contesti musicali sono altrettanto fondamentali. Credo che in generale bisognerebbe abituarsi a valutare la grandezza d'un gruppo non tanto mettendolo sempre a confronto con i soliti altri (pur immensi) nomi, ma basandosi su altri criteri, quali personalità, influenza su chi è venuto dopo, grado di innovazione rispetto al periodo ecc. I Grand Funk queste carateristiche le hanno tutte, e nei live per certi aspetti le esaltano.
Credo ci sia un motivo per cui i soliti grandi nomi saltano fuori così spesso quando si valuta un gruppo, e cioè che oltre all'attitudine, gruppi come i DP, gli zeppelin, gli heep, i rush, avevano anche capacità prettamente musicali che gli altri non avevano. I Grand Funk sono stati un gruppo fondamentale per quanto riguarda l'attitudine e l'approccio al rock, però sinceramente non me la sento di metterli sullo stesso piano di "quei" gruppi. Voglio dire, non avrebbero mai potuto comporre una kashmir, una fly to the rainbow, una july morning, una La villa strangiato o una child in time. Queste erano band che avevano davvero qualcosa in più, che era data dalla combinazione tra l'attitudine incentrata al 100% sulla musica tipica dell'hard rock (e che anche i grand funk avevano), e le capacità dei singoli musicisti (e qui sta la differenza).
Ripeto, se consideriamo il modo di intendere la musica allora i GFR hanno influenzato un sacco di band che sono venute dopo, e qui sta la loro grandezza, però ci sono gruppi che hanno fatto questo e sono andati anche oltre. Ad esempio io non metto neanche gli AC/DC sullo stesso piano degli dei, che pure hanno interpretato il rock come forse nessun altro ha saputo fare.
Certo, poi ci sono band o artisti grandissimi che avrebbero meritato molta più considerazione di quella che hanno avuto, e a giugno al black horse ne abbiamo avuto un esempio, però il fatto che dp e led zep siano più considerati di altri in fondo direi che è normale.
Thank you Ronnie, thank you so much.
Hai citato i miei quattro gruppi preferiti, e lo sono grossomodo per i motivi che hai detto tu. Solo che a questo punto, a mio avviso, si entra nella sfera del gusto personale. Il limite, o meglio il perfetto equilibrio fra tecnica e creatività è pressochè impossibile stabilirlo, ognuno te lo dirà a seconda dei propri gusti. Per un amante del Progressive, ad esempio, i Deep Purple magari sembreranno quello che sembrano a te i Grand Funk, per un punk invece i Grand Funk saranno pallosi perchè troppo virtuosi. Voglio dire che, posto il fatto che anch'io ho gruppi che preferisco agli altri, ho però da tempo abbandonato ogni pretesa di stabilirne l'oggettiva "superiorità" rispetto ad altri. Credo che l'unico criterio valido, oltre al gusto personale, sia cercare di capire il contesto culturale in cui una band si muove e l'importanza storica che ha avuto. E i Grand Funk, sicuramente più negli USA che qui da noi, rispondono alla perfezione a tutte queste caratteristiche.Fabio ha scritto:Credo ci sia un motivo per cui i soliti grandi nomi saltano fuori così spesso quando si valuta un gruppo, e cioè che oltre all'attitudine, gruppi come i DP, gli zeppelin, gli heep, i rush, avevano anche capacità prettamente musicali che gli altri non avevano. I Grand Funk sono stati un gruppo fondamentale per quanto riguarda l'attitudine e l'approccio al rock, però sinceramente non me la sento di metterli sullo stesso piano di "quei" gruppi. Voglio dire, non avrebbero mai potuto comporre una kashmir, una fly to the rainbow, una july morning, una La villa strangiato o una child in time. Queste erano band che avevano davvero qualcosa in più, che era data dalla combinazione tra l'attitudine incentrata al 100% sulla musica tipica dell'hard rock (e che anche i grand funk avevano), e le capacità dei singoli musicisti (e qui sta la differenza).
Ripeto, se consideriamo il modo di intendere la musica allora i GFR hanno influenzato un sacco di band che sono venute dopo, e qui sta la loro grandezza, però ci sono gruppi che hanno fatto questo e sono andati anche oltre. Ad esempio io non metto neanche gli AC/DC sullo stesso piano degli dei, che pure hanno interpretato il rock come forse nessun altro ha saputo fare.
Certo, poi ci sono band o artisti grandissimi che avrebbero meritato molta più considerazione di quella che hanno avuto, e a giugno al black horse ne abbiamo avuto un esempio, però il fatto che dp e led zep siano più considerati di altri in fondo direi che è normale.
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